giovedì 27 marzo 2014

Il bello della bicicletta

"E' impossibile parlare del bello della bicicletta senza parlare di sé.
La bicicletta fa parte della storia di ognuno di noi. Il momento in cui impariamo ad andare in bici appartiene ai ricordi speciali dell'infanzia e dell'adolescenza. E' così che abbiamo scoperto un pò del nostro corpo, delle nostre capacità fisiche e abbiamo sperimentato la libertà legata a queste scoperte. (...) La bicicletta è (...) mitica, epica e utopica. Ci si può dedicare a lei solo stando ben attenti al presente, non fosse altro che per i rischi del traffico; eppure, anche, è al centro di racconti che richiamano in vita la storia individuale insieme ai miti condivisi dalla collettività; sono due forme di passato solidali, capaci di conferire un accento epico ai ricordi personali più modesti. Come sempre, il futuro si nutre di una consapevolezza chiara del passato.
La bicicletta diventa così simbolo di un futuro ecologico per la città di domani e di un'utopia urbana in grado di riconciliare la società con se stessa. (...) Ciclisti di tutto il mondo unitevi! (...) Il solo fatto che l'uso della bicicletta offra una dimensione concreta al sogno di un mondo utopico in cui la gioia di vivere sia finalmente prioritaria per ognuno e assicuri il rispetto di tutti ci dà una ragione per sperare: ritorno all'utopia e ritorno al reale coincidono. In bicicletta per cambiare la vita! Il ciclismo come forma di umanesimo.
"


Marc Augé, Il bello della bicicletta, Bollati Boringhieri, 2009

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